NATALE 2013

 

 

 

Che cosa vuole veramente il nostro cuore inquieto?

Non ci basta sapere che il Dio ritenuto lontano

si è fatto vicino tanto da chiederci ospitalità?

Egli non chiede per sé una reggia,

ma proprio la nostra casa.

L’indifferenza della gente di Betlemme

non ha scoraggiato sua madre Maria e Giuseppe.

Alla fine hanno trovato una stalla di pastori

che non aveva porte sbarrate!

Proprio quella stalla era il posto desiderato,

per non scoraggiare  l’offerta di nessuno.

Ma perché ci dà fastidio sentire

che egli continua a venire,

che egli sta alla  nostra porta e bussa,

che accogliendo il forestiero accogliamo lui?

C’è chi ritiene  che non sia mai venuto alcun Salvatore.

o che bisogna ricacciarlo indietro di 2000 anni,

o che  può riguardare solo noi che ci diciamo cristiani.

Ma il rischio per ciascuno è sempre lo stesso:

che teniamo sbarrata la nostra porta.

Si dice: ”Vada pure a disturbare qualche altro,

non vogliamo tra noi un bambino che piange,

non crediamo che egli abbia uno sguardo speciale

e ci porti una parola decisiva per la nostra vita.

Alla fin fine sappiamo già tutto,

conosciamo  già il modo di essere salvi e felici.”

Le nostre case restano così regge inespugnabili.

Ma perché la paura ci fa tenere chiusa la nostra porta,

e perché non vogliamo sentire questa parola:

“Posso entrare? Sono venuto a trovarti.”

 

 

 

 

O Signore, ci siamo rifugiati su un albero

per tenerci a dovuta distanza:

…ci piacerebbe anche vederti, ma da lassù.

Tu che non sopporti le distanze torni a dirci:

”Scendi giù!Voglio venire a casa tua!”

Lasciamo scoppiare anche nel nostro cuore

la gioia di Zaccheo per averti  in  casa.

Si rinnovi anche per noi il Natale dell’accoglienza,

che ha coinvolto i  tuoi discepoli in riva al lago,

la samaritana al pozzo,

la peccatrice in casa di Simone,

il ladrone che ti stava vicino in croce.

Perché Natale significa ancora semplicemente

lasciarti entrare nella nostra vita,

non  come un turista curioso,

ma come amico affidabile  e salvatore misericordioso.

Natale significa incoraggiarci reciprocamente

ad andare ancora a Betlemme

ad accogliere colui che è venuto per  tutti noi

per offrirci la  gioia della salvezza.

 

P.SILVANO GARELLO  (Bangladesh)  -   silgarello@dhaka.net