L'attività di Don Renzo Rossignolo in Thailandia
Scritto da Don Renzo Rossignolo Domenica 13 Marzo 2011 00:14
Fr.Renzo Rossignolo
DON BOSCO DEVELOPMENT CENTER
PO.Box 14 Ronphibun
80130 Nakhon Srithammarat
Thailand
Carissimi,
sono venuto in Thailandia nel novenbre del 1977. Dopo tre anni di prime esperienze nelle nostre scuole di Bangkok sono stato trasferito al sud nella diocesi di Surathani (citta’ dove risiede il vescovo) che comprende 15 province dislocate lungo la penisola con un percorso di circa 1000 km fino alla Malesia. La diocesi iniziata dal compianto mons.Pietro Carretto e’ oggi guidata da un altro salesiano; mons. Joseph Prathan .
Dal 1983 vivo a Ronphibun a 40 km dall’antica citta, di Nakhon Srithammarat. Sono venuto per aiutare l’anziano missionario don Pietro Jellici (trentino) che aveva iniziato molteplici attivita’ di beneficenza a favore di numerose famiglie povere del vicino LEBBROSARIO.
Attualmente cerco di seguire pastoralmente due chiese, due comunita’ cristiane e due comunita’ religiose. Sono incaricato del centro Don Bosco (DON BOSCO DEVELOPMENT CENTER) che continua a promuovere diverse attivita’ per i giovani per gli adulti per i vecchi e per gli ammalati.
Nel 2009 ricordammo 25 ANNI DI QUESTO CENTRO . Il nostro lavoro si e’ mosso in due direzioni: per I giovani meno capaci restii allo studio o di carattere difficile puntiamo per una formazione professionale veloce; saldatura e falegnameria per I maschi e cucito e parucchiera per le ragazze con un titolo di abilitazione riconosciuto dallo stato. La seconda direzione , coinvolgendo le famiglie povere del lebbrosario e del vicinato, abbiamo programmato un centinaio di borse di studio per i piu’ volenterosi aiutando per il cibo , per il trasporto e per le spese scolastiche.Attualmente per l’anno 2010 - 11 stiamo aiutando 100 giovani dalle elementari fino all’universita’ ( dodici universitari).Questo lavoro di promozione premia soprattutto le ragazze che devono difendersi dagli inviti e dalle suggestioni del “ mercato turistico”.
All’interno del nostro centro da tre anni sono responsabile di una piccola scuola materna :25 bimbi del lebbrosario.
Le suore FIGLIE DELLA CARITA’ di San Vincenzo che vivono all’interno del centro fanno un lavoro prezioso e delicato occupandosi degli handicappati e dei malati di AIDS della zona.
Termino ricordandovi che il CENTRO vive per la generosita’ di molti.
In questi 26 anni molti sono stati i collaboratori preziosi e penso che i loro nomi sono scritti in Cielo.
Vi auguro ogni bene, prego per voi e per le vostre famiglie.
Confido sempre nella vostra generosita’ .
Ogni giorno, nel mondo, sono circa 39.000 le bambine che si sposano. Alcune di loro riescono a uscire da questa orribile condizione e a testimoniare le violenze subite, altre come May non riescono a ribellarsi, pur coltivando il sogno di una vita fondata sulla libertà di poter scegliere del proprio futuro. La tragedia di May ha inizio in un giorno qualunque, durante il tragitto che la porta a scuola. La bambina viene “scelta” e rapita da un ragazzo accompagnato da altri tre uomini e da quel momento inizia il suo incubo, ma anche la speranza di essere liberata. I suoi sogni vanno in frantumi quando, tre giorni dopo il rapimento, suo fratello scopre il luogo dove è tenuta prigioniera e invece di battersi per riportarla a casa, cede ad una proposta di baratto da parte del rapitore che gli offre alcune bottiglie di alcolici e qualche soldo in cambio della sorella. Costretta a sposare l’uomo che l’ha rapita con il benestare della sua famiglia, la storia di May è quella di una bambina venduta come fosse un oggetto da parte di chi invece dovrebbe tutelarla.
Come May, tutte le bambine costrette a matrimoni precoci sono potenziali vittime di violenze fisiche e psicologiche, oltre ad essere maggiormente esposte a rischi sanitari. A loro è spesso preclusa la possibilità di continuare gli studi e di diventare donne emancipate e libere.
Il drammatico fenomeno delle spose bambine è strettamente connesso all’assenza di istruzione in quanto le ragazzine che non vanno a scuola hanno tre volte più probabilità di sposarsi prima dei 18 anni rispetto a coloro che hanno invece finito la scuola secondaria. Per questo motivo il ciclo della povertà non si interrompe.
Nel mondo del resto sono 65 milioni le bambine che non hanno alcun accesso all’istruzione, né primaria né secondaria. Se si analizza poi il tasso di completamento degli studi si nota che le bambine abbandonano la scuola molto più frequentemente rispetto ai compagni maschi. I dati sono stati pubblicati all’interno di un dossier realizzato dall’organizzazione umanitaria Plan Italia che ha condotto una ricerca relativa al diritto delle bambine all’istruzione nei Paesi in via di sviluppo, dove le discriminazioni di genere sono una realtà comune.
Chi viene escluso dalla scuola è una bambina povera che appartiene ad un gruppo etnico discriminato. Oltre al fenomeno delle spose bambine ci sono diversi altri motivi alla base del problema:
- L’incapacità delle famiglie di comprendere il valore dell’istruzione considerando più utile tenere le proprie figlie a casa a svolgere le faccende domestiche
- Le violenze cui sono soggette le bambine da parte dei loro compagni o tutor
- Le violenze che le bambine rischiano di subire durante il percorso per raggiungere l’istituto che frequentano
Le loro storie parlano tutte di un’infanzia negata.
Plan lavora in 69 paesi del mondo, 50 in via di sviluppo, per migliorare la condizione delle bambine e vedere riconosciuto il valore dell’istruzione, che fornisce loro la fiducia e gli strumenti necessari per combattere le disuguaglianze di genere. Le ricerche portate avanti dalla Onlus dimostrano che l’istruzione è un fattore chiave per ritardare il matrimonio e le gravidanze oltre che per diminuire il tasso di povertà in cui vivono le popolazioni.