Gli scontri tra esercito e ribelli si intensificano. I ribelli hanno lanciato un ultimatum alle poche compagnie aeree che ancora effettuano voli su Damasco e Aleppo prima di dare l’assalto agli aeroporti civili delle 2 città. Il servizio di Marina Calculli: ascolta
Radio Vaticana - Mentre la Russia giudica “naif” chi pensa che Assad possa essere il primo a posare le armi, i ribelli moltiplicano i loro attacchi contro l’esercito regolare e l’aviazione. Già da venerdì sera gruppi dell’opposizione avevano annunciato di controllare in parte l’aeroporto militare di Abu al-Zuhur e alcune basi a Boukamal, un’importante città della provincia di Deir al-Zor. Oggi l’intenzione, esplicitata in un comunicato, è quello di colpire i velivoli militari. Già ieri l’esercito siriano libero (esl) aveva rivendicato l’abbattimento di un MIG e oggi annuncia l’uccisione di alcuni soldati ad Hama, al confine nord con la Turchia e ad Abu Kamal vicino all’Iraq. L’esercito di Assad continua a bombardare intanto le regioni di Damasco e Aleppo. E proprio ad Aleppo i ribelli alzano la posta: la brigata al Fath, guidata da un ex-militare disertore ha annunciato battaglia quartiere per quartiere. Oggi toccherà ad al-Midan, la zona cristiana armena, sostanzialmente rimasta fedele al rgime. Il giorno prima un maggiore della stessa brigata aveva promesso in un video di proteggere i cristiani. Nel fr attempo si fa sempre più insostenibile la situazione dei rifugiati nei paesi vicini. Secondo l’Onu sono quasi 230.000.
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