“Per la prima volta nella sua storia, in Libia si tengono elezioni veramente libere. Vogliamo meravigliarci se ci saranno dei problemi? Io non mi meraviglio. Spero comunque che il voto avvenga nella pace e sia corretto”.
Radio Vaticana - Così mons. Giovanni Innocenzo Martinelli, vicario apostolico di Tripoli, commenta all’agenzia Fides la vigilia del voto del 7 luglio per eleggere i 200 rappresentanti dell'Assemblea nazionale libica, che dovrà poi nominare il nuovo governo ad interim e una commissione per scrivere la nuova Costituzione. “Vedo che la popolazione sta maturando questo evento, all’inizio c’era un po’ di indecisione ma adesso penso che siano in grado di affrontare questa prova, con la volontà di superarla” dice mons. Martinelli.
Il vicario apostolico di Tripoli nota anche un altro aspetto della situazione: “se la Libia sta facendo la sua parte e sono apprezzabili gli sforzi che sta portando avanti per ritrovare un suo equilibrio, vedo pure che ci sono gruppi e organizzazioni straniere e internazionali che, con la scusa di aiutare la Libia, fanno i loro interessi o comunque non hanno una condotta trasparente. Tutti quanti ci sforziamo di aiutare la Libia, ma quante sono le persone che lo fanno con vero disinteresse, con purezza di cuore e di spirito ?” si chiede mons. Martinelli. “Il 9 luglio – conclude il vicario apostolico di Tripoli - mi recherò in pellegrinaggio a Lourdes per pregare la Madonna, che è riconosciuta anche dal mondo musulmano come la madre del Profeta Issa, cioè Gesù, perché possa aiutare questo popolo a crescere e a ritrovare la pace”. (R.P.)
Libia: sforzi per normalizzare il paese a pochi giorni dal voto
Sicurezza ristabilita a Kufra, nel sud-est del paese, libertà concessa a esponenti di istituzioni internazionali, ma anche attacchi contro uffici elettorali: sono contraddittorie le notizie che giungono in queste ore dalla Libia.
Misna - A pochi giorni dalle elezioni per il Congresso nazionale, il prossimo sabato, è
apparentemente ritornata la calma a Kufra dove scontri di natura settaria si sono succeduti negli ultimi mesi e fino allo scorso sabato. L’esercito ha preso il controllo di alcune posizioni
chiave a protezione, in particolare, della tribù dei Tebu. Ma la situazione resta incerta. A Zintan è invece stata liberata dopo tre settimane di prigionia l’avvocata australiana Melinda Taylor.
Trattenuta da membri della locale milizia, Taylor era accusata di aver abusato della sua posizione nell’ambito di una missione della Corte penale internazionale inviata a Zintan per incontrare
Seif Gheddafi, uno dei figli del colonnello Muammar, attualmente prigioniero. Assieme a lei sono stati liberati altri tre componenti della missione.
Le notizie negative sono invece venute da Bengasi e Tobruk. In queste due città, nell’est della Libia, dimostranti hanno saccheggiato gli uffici della Commissione elettorale esprimendo sostegno a
una costruzione federalista della nuova Libia. Le autorità libiche hanno comunque minimizzato i fatti e sostenuto che non comporteranno ritardi nell’organizzazione del voto.
Scrivi commento