Dang Thi Kim Lieng si è auto-immolata davanti agli uffici governativi della provincia meridionale di Bac Lieu. La figlia Maria Ta Phong Tan, ex poliziotta convertita al cristianesimo, è in carcere in attesa di processo. Rischia fino a 20 anni di galera per propaganda contro lo Stato. Attivisti per i diritti umani e blogger: accuse pretestuose.
Hanoi (Asianews) - La comunità cattolica vietnamita è sotto shock per la morte di Dang Thi Kim Lieng, madre di Maria Ta Phong Tan (nella foto), famosa dissidente in carcere in attesa di processo e che rischia fino a 20 anni di prigione. La donna si è data fuoco di fronte agli uffici governativi nella provincia meridionale di Bac Lieu, per protestare contro gli abusi delle autorità che tengono in prigione la figlia privandola dei diritti di base. Il decesso causato dalle gravi ferite inferte dalle fiamme ha scatenato la reazione di molti blogger del Paese, che puntano il dito contro il partito comunista e i leader di governo colpevoli di attuare una politica di repressione e di violare in modo sistematico la libertà di religione e di pensiero, con accuse pretestuose fra cui "propaganda contro lo Stato".
Senza dire nulla a parenti e amici, Dang Thi Kim Lieng si è diretta
verso gli uffici governativi della provincia di Bac Lieu e si è auto-immolata. Attivisti e avvocati che si battono per i diritti umani in Vietnam raccontano che la donna è morta durante il
trasporto all'ospedale di Ho Chi Minh City. Tuttavia, né polizia né autorità ufficiali hanno voluto rilasciare commenti sulla vicenda o confermarne la dinamica. Alcuni parenti riferiscono che
Dang di recente appariva molto preoccupata per la sorte della figlia Maria Ta Phong Tan, rinchiusa in un carcere della ex Saigon, che non vede dal settembre scorso, data del suo arresto. Per la
polizia è colpevole di attività "sovversiva" e di scritti "infamanti" pubblicati in rete, che gettano discredito sul governo di Hanoi e il partito comunista.
Il dibattimento in aula contro Maria Tan, 44 anni, dovrebbe iniziate il prossimo 7 agosto e vi sono concrete possibilità che sia condannata a decine di anni di galera. La donna è un ex poliziotta
molto conosciuta in Vietnam, perché ha denunciato in rete abusi e storture del sistema carcerario (cfr. AsiaNews 17/04/2012 Scrivono di scioperi e giustizia: il governo vietnamita processa tre
blogger). Nei suoi confronti pesa anche la decisione di convertirsi al cattolicesimo, dopo essere trascorso un'adolescenza e un'infanzia caratterizzate da continui "lavaggi del cervello" dei
funzionari locali del partito per inculcarle l'ideologia comunista. Tuttavia, l'incontro con un avvocato e attivista per i diritti umani le ha fatto riscoprire un desiderio di fede che, nel
tempo, l'ha spinta al battesimo.
Il governo vietnamita attua un controllo serrato sulle attività religiose e spesso i cattolici sono vittime di violenze e abusi, sia a livello di singoli individui che di intere comunità. Fra i
molti esempi vi sono i montagnard negli altipiani centrali e i padri Redentoristi, ad Hanoi e Ho Chi Minh City, il cui impegno pastorale viene soffocato con sistematica regolarità. Tuttavia, le
violenze non hanno impedito loro di svolgere un ruolo fondamentale per la diffusione del cattolicesimo e della dottrina della Chiesa, in particolare fra i poveri e gli abbandonati.
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